La notte della svastica

Titolo originale: Swastika Night

Autore: Katharine Burdekin (1896-1963)
Anno: 1937
Voto: 6/10
Genere: Romanzo ucronico e distopico

Sono passati sette secoli da quando la Germania ha vinto la seconda guerra mondiale (193945) e il mondo è oramai più che conformato ai valori del nazismo. Non solo Adolf Hitler (18891945) è commemorato come un dio da una casta di cavalieri-sacerdoti, ma le donne sono soggette a un regime repressivo a dir poco spietato: esse valgono come fabbriche di bambini e nulla più. Qualcuno, però, continua a serbare il ricordo di una storia diversa da quella tramandata e che potrebbe mettere in dubbio la stabilità del sistema; deciderà di affidarne le chiavi ad Alfred, inglese abbastanza devoto da non destare sospetti e abbastanza scettico da immaginare una rivoluzione.

Il primo e anche metaforicamente principale motivo di interesse de ‘La notte della svastica‘ consiste nell’essersi meritato la nomina di profeticità che si suole attribuire a quasi tutti i romanzi di genere distopico e ucronico. Infatti prospetta la guerra prima ancora che scoppi, la pubblicazione risalendo al 1937, mentre la descrizione del trattamento riservato alle donne – rasate e costrette al pari del bestiame – sembra alludere a quello riservato agli ebrei, ma ben prima che si conoscessero certi dettagli circa i campi di concentramento nazisti. Ne si sottolinea anche l’anticipazione di elementi che connoteranno la produzione letteraria successiva: più che l’onnipresente e abusatissimo ‘1984‘ (1949) di George Orwell (190350), a esserne debitore è quel ricco filone di fantascienza femminista che vedrà spiccare, tra le altre, Doris Lessing (19192013) e Margaret Atwood (n.1939).

Ed. Sellerio 2020

Fino al 1985 si ritiene che a firmare il libro sia tale Murray Constantine, uomo, perché solo in quanto tale sarebbe stato preso sul serio decenni prima. Dopodiché si scopre tale Katharine Burdekin, personalità particolare: donna colta ma penalizzata dalla famiglia, pur benestante, a non proseguire gli studi, sviluppa una sensibilità particolare verso le questioni di genere e il pacifismo; scrive una decina di romanzi, ancora inediti a parte ‘La notte della svastica‘ eppure dai plot intriganti – fra questi, le avventure di viaggiatore del tempo ermafrodito. Nella sua narrativa riecheggiano gli esempi di Aldous Huxley (18941963), H. G. Wells (18661946) e, ancor prima, del pressoché ignoto da noi ‘La battaglia di Dorking‘ (1871) di George Tomkyns Chesney (183095), altro romanzo in cui si immagina una Gran Bretagna decaduta a stato vassallo dei tedeschi.

Rimane come interessante, qui, l’idea che il fallocentrismo repressivo dei nazisti sia in continuum con una certa cultura tradizionale, così come la sua connessione con istanze nazionaliste e militariste. Per il resto, si tratta di una distopia che cade nel vizio di molte altre, ovvero nella soppressione del romanzo in favore della descrizione di sé stessa. Una descrizione, tuttavia, più interessante o meno noiosa di altre e successive.

“Non hanno volontà, non hanno personalità, e non hanno anima; sono soltanto un riflesso degli uomini. Pertanto nulla di ciò che sono o possono diventare può mai essere colpa o merito loro”

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